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DiAvv. Pierluigi Vossi

Sport Popolare:  partecipazione alla titolarità di azioni e quote delle società sportive.

Bene . Ma non benissimo.

E’ all’esame dell’Assemblea della Camera dei deputati, da lunedì 25 marzo 2024, la proposta di legge AC 836-A, recante “Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive“, composta di 9 articoli e che intende favorire la partecipazione, diretta o indiretta, alla proprietà del capitale sociale e alla gestione delle società sportive da parte dei sostenitori delle stesse. Il testo descrive le società sportive assoggettate a partecipazione popolare: le associazioni sportive dilettantistiche nelle quali, in ragione della forma organizzativa prescelta, ogni socio ha diritto a un solo voto, qualunque sia l’entità o il valore della quota ovvero il numero delle azioni possedute; le società sportive professionistiche in cui le azioni o le quote sono intestate agli enti di partecipazione popolare sportiva, nei quali a ciascun socio, associato o partecipante spetti un solo voto, qualunque sia il valore della quota o il numero delle azioni possedute. La proposta in particolare elenca le condizioni necessarie alle società sportive professionistiche per intendersi assoggettate a partecipazione popolare.

Che dire. Bene. Ma non benissimo.

È un primo tentativo trasversale della politica italiana di formulare una regolamentazione normativa a beneficio dell’aggregazione sportiva: funzionale alla riscoperta e alla diffusione della cultura dello “Sport Popolare”. Tentativo, tuttavia così come proposto, ancora lontano dal modello tedesco, come quello, ad esempio, del ST Pauli FC.

Il testo, infatti, è ancora privo di norme funzionali a regolamentare la gestione delle strutture sportive da parte di società a partecipazione popolare e di enti di partecipazione popolare sportiva: mancano, in particolare, norme che prevedano modalità di assegnazione e di gestione di impianti sportivi in favore di queste compagini.

Diversi emendamenti sono stati proposti da parlamentari del centro-sinistra: tutti funzionali a introdurre tale necessità (emendamenti all’art. 5 Gestione strutture sportive-introduzione art. 5 bis delega al Governo per le agevolazioni per la gestione delle strutture sportive) oltre che a incentivare l’effettiva partecipazione gestionale nelle società degli enti di partecipazione popolare (regolamentazione partecipazione ai CDA, consultazione documenti e libri contabili, accesso diretto dei tifosi-soci ai bilanci ).

È un tentativo ancora lontano dall’associazionismo popolare: dalla creazione dello Sport dal basso. Che permetta di costruire una Casa sportiva per tutti senza lasciare nessuno fuori dalla porta.  

Ma è un primo passo. Che magari ci permetterà di attualizzare un sogno: come quello di vedere Stadi di calcio comunali accessibili a tutta la popolazione: con palestre al loro interno, luoghi di ritrovi, musei della storia sportiva della città e magari asili nido come ad Amburgo.  

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